Venti che portano sventure meteorologiche, correnti che portano sventure ideologiche. Razzismo, discriminazione, fame, conflitti, malattie. Forse non possiamo far molto per il cambiamento climatico in atto. Forse. Per il resto, vale l’esortazione della Costituzione pastorale Gaudium et spes, che non presenta teorie disincarnate, ma applicazione concreta di ciò che di più sano e fecondo ci sia per la valorizzazione dell’uomo, per la crescita della solidarietà che permette di affrontare con maggiori efficacia e consolazione le difficoltà ordinarie e straordinarie della vita. In fondo, per rendere bellezza e senso ad ogni cosa e creare un mondo migliore, in cui la profondità di relazione, faccia sperimentare un anticipo di gioia e di pace celesti. Piccole scintille, ma che sviluppano luce e calore talmente intensi da stimolare l’impiego di tutte le migliori energie per la crescita personale e collettiva. Si può. Il bene comune del genere umano è regolato nella sua sostanza dalla legge eterna, ma, con il passare del tempo, è soggetto, per quanto riguarda le sue esigenze concrete, a continui cambiamenti. Perciò la pace non è mai acquisita una volta per tutte, ma la si deve costruire continuamente. E siccome per di più la volontà umana è labile e, oltre tutto, ferita dal peccato, l’acquisto della pace richiede il costante dominio delle passioni di ciascuno e la vigilanza della legittima autorità. Tuttavia questo non basta ancora. Una pace così configurata non si può ottenere su questa terra se non viene assicurato il bene delle persone e se gli uomini non possono scambiarsi in tutta libertà e fiducia le ricchezze del loro animo e del loro ingegno. Per costruire la pace, poi, sono assolutamente necessarie la ferma volontà di rispettare gli altri uomini e gli altri popoli, l’impegno di ritener sacra la loro dignità e, infine, la pratica continua della fratellanza. Così la pace sarà frutto anche dell’amore, che va al di là di quanto la giustizia da sola può dare.
Mistero di luce
La Parola rivela Dio come il Tu assoluto e suscita immediatamente colui che l’ascolta e la contempla, la seconda luce, uscita dalla Luce e posta come suo altro io e specchio nella luce/rivelazione/comunione (Evdokimov 1972; 1982, 34 cit. in Sante Babolin, Icona e...