Con.tatto: un abito cucito su misura

 

 

Siamo chiamati a raccontare piccole storie quotidiane che aprono il cuore alla speranza, che portano alla luce sogni personali paragonabili a torrenti in piena: torrenti che corrono entro i loro argini, per confluire in corsi d’acqua più grandi. Sempre più grandi. Abbiamo bisogno di sapere che non ci sono soltanto secche o esondazioni. Il contatto con piccole storie visitate dall’Alto, con persone che si lasciano guidare per mettersi al servizio del bene, può cambiare il corso di una vita. “Esiste l’oggi come realtà donata da Dio, nella quale il carisma comune e i carismi individuali devono fondersi per rispondere al nome con cui Dio ci chiama a essere e servire in, con, per la comunità”. (Emanuele Boaga, Come pietre vive… nel Carmelo, Ed. Carm. Roma 2015, 14-15). Esiste oggi l’atto creativo di un nuovo contatto.

“Trent’anni appena compiuti e un sogno realizzato: tornare nel paese natale e aprire un’attività propria”. Così si apre un’intervista che ho rilasciato più di un anno fa per un quotidiano toscano online (Matteo Scardigli, Trent’anni e un sogno che si realizza: torna nel suo paese e apre uno studio fisioterapico, Il Tirreno, Grosseto, 22 marzo 2023). Mi chiamo Andrea Sartucci, sono nata a Orbetello, in provincia di Grosseto e ho studiato a Viterbo nella sede distaccata dell’Università Cattolica del Sacro Cuore: ho conseguito la laurea che mi abilita alla professione sanitaria di fisioterapista e ho avuto la preziosa opportunità di lavorare a Roma e perfezionare le mie competenze. Come tutte le professioni d’aiuto, questa che ho scelto per “corrispondenza interiore”, richiede una grande e delicata attenzione ai pazienti che desiderano migliorare la loro qualità di vita, recuperare abilità perdute per malattie o incidenti, cercare di rallentare i processi degenerativi che mortificano le loro attività, le loro relazioni. Osservandoli giorno dopo giorno, mi sono resa conto che la porta dello studio medico romano in cui ho imparato a lavorare sul campo, era una apertura alla speranza e io avevo una seria responsabilità per collaborare alla sua restituzione. “Lì ho imparato ad amare la fisioterapia a 360 gradi”, considerando fortemente le profonde connessioni tra corpo e anima, fasce muscolari, fibre nervose e mondo interiore. Il desiderio di portare questa felice ricerca nel mio paese d’origine, è cresciuta talmente – insieme al desiderio di riavvicinarmi agli affetti familiari – da convincermi ad aprire uno studio fisioterapico di medicina riabilitativa sulla strada statale Maremmana, poco distante dal comune di Pitigliano dove ora abito insieme ai miei cari. Non è stato facile, ma questo piccolo studio nel quale posso avvalermi della collaborazione di diversi professionisti per una cura integrata dei pazienti, è diventato un “focolare condiviso”. Il focolare richiama accoglienza familiare, casa in cui ci si trova a proprio agio, ci si ritrova tra amici che percorrono insieme un tratto di strada in salita. Ho scelto il nome Con.tatto per sottolineare il mio obiettivo: una relazione con i pazienti che superi protocolli, sussidi, “asciutte” prese in carico, così come spesso accade soprattutto nelle realtà più grandi: come cristiana cattolica, ho sentito chiaramente la chiamata a non perdere il contatto umano con il paziente, cercando di valorizzare la qualità del trattamento personalizzato, dell’abito cucito su misura. Il percorso di studio all’Università cattolica ha permesso una sensibilizzazione verso ogni tipo di bisogno, ci sono cresciuta dentro e ancora sto crescendo. Mi sembra un richiamo, un servizio urgente da offrire in ogni territorio e io ho la gioia di poterlo offrire nel mio. Entrare nel tessuto popolare, creare un servizio che nel mio paese non c’era mai stato, cominciare a gettare le fondamenta per una realtà solida con questo carattere di “speciale e delicata cura”, è un dono grande che ho ricevuto perché possa essere ridonato. Mi piace immaginare il mio studio, o meglio, questa esperienza condivisa, come una barca nella quale le persone entrano con la consapevolezza di essere accompagnate nella giusta direzione: quella di una rinnovata fiducia nelle proprie potenzialità e di un amore per il loro percorso di vita, che parte dall’Alto e arriva a destinazione attraverso coloro che si sentono chiamati ad essere strumenti umani disponibili al sogno di Dio per ciascuno di noi.

Dott.ssa Andrea Sartucci

Orbetello (GR)

Altri Articoli

QUESTIONE DI DIAFRAMMA

QUESTIONE DI DIAFRAMMA

Tu sei disceso dall’alto in questa vita, per umanizzare la natura dell’uomo, disumanizzata dopo il peccato. Tu sei la festa dei tabernacoli di ogni uomo, festa veramente rinnovata dall’incorruttibilità e dall’immortalità. (Cfr. Anastasio sinaita) Come può un obiettivo...

leggi tutto
DALLA SELVA OSCURA ALLA PASQUA ETERNA

DALLA SELVA OSCURA ALLA PASQUA ETERNA

Dalla selva oscura alla Pasqua eterna Ombre e luci, corde e fili. E finalmente si vola!   I Tempi Liturgici della Chiesa scandiscono il tempo sacro della vita di ogni persona. La Quaresima è quello spazio in cui aderire all’invito di Dio, per lasciargli la possibilità...

leggi tutto
Di nota in nota

Di nota in nota

Come gradini di una scala: terra che sale al cielo, cielo che scende sulla terra. Un incontro, un abbraccio che avvolge e coinvolge. Un gaudio che accorda profondità e distanze. Carmelitani presso una fonte zampillante, cantano la loro lode a Dio, in comunione con...

leggi tutto